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TEMPI PRESENTII – MARZO 2024

“Non funziona, dobbiamo smettere di parlare ai demoni, dobbiamo cominciare a parlare agli angeli. Ci sono un sacco di angeli disoccupati, angeli di nessuno che devono diventare angeli di tutti. Cominciamo a farci proteggere, non dagli aerei, da quelli. È una questione non di torto o di ragione ma di ragionamento! Non c’è ragione più ragione o torto. Quando lo capiranno le televisioni che ci istigano a stare da una parte o dall’altra? Ci fate paura! Non dite poi che non l’avevamo detto, che non l’avevamo pensato, non dite che eravamo dei pacifisti, non dite che eravamo filo-quello, filo-quell’altro. Continuiamo a essere fili, fili, fili. Fili che vogliono unire e collegare le terre, non dividerle. Non abbiamo paura di dire questo. È stancante ancora vedervi così arroganti, tutti. E pensare sempre “ha cominciato per primo lui”. Certo che ha cominciato qualcuno per primo, ma certo che è successo da quando c’era il medioevo, le crociate … ma vogliamo arrivare fino lì? Non sopporto più questo uomo vecchio, non sopporto più questa umanità. Non è disumanità quello che sta succedendo, ma umanità disumana e inumana, ma il grande salto è la sovrumanità. Dobbiamo cambiare spirito, dobbiamo cambiare ali, dobbiamo cambiare anime. Non cambiare luoghi, partiti o carri armati. Tanto non lo fa la politica questo, non lo farà mai di cedere: ha l’interesse, ha la supremazia, ha il potere. Non ce la farà mai. Ognuno di noi deve farcela, e occuparci di loro cambiando dentro noi, continuamente. Noi siamo la bandiera e dobbiamo sventolare. È una questione di spirito, è una questione di ali, queste devono esserci, non solo trattative, che non ci sono e non potranno mai esserci perché l’odio è potentissimo. Io l’odio non lo odio. Ma gradirei sostituirlo” (Alessandro Bergonzoni, “Per il Portico della Pace”; Bologna, 13 ottobre 2023).

Così abbiamo visto aprirsi un abisso tra gli attivisti palestinesi ed ebrei. Solo a febbraio finalmente è stata resa pubblica la lettera-appello di decine di ebree ed ebrei italiani per il cessate il fuoco a Gaza e l’apertura di un dialogo di pace e un futuro condiviso. Purtroppo il regno dell’odio e il desiderio di vendetta da entrambe le parti sono l’elemento più forte e l’estremismo più sanguinario continua ad accompagnarci. La disumanizzazione necessaria per opprimere e occupare un altro popolo disumanizza sempre a sua volta l’oppressore. Da distruzioni totali e definitive, ci dicono i capi di Hamas e di Israele, nasce una affermazione di vita. L’umanità che si intende affermare, la propria in cui riconoscersi, si costituisce grazie al ricorso sistematico dell’omicidio, al mettere a morte l’altro. Occorre allontanare e contrastare la disumanità che dilaga e nella quale siamo immersi, occorre “la Pace” che non è una categoria dello spirito. Chiama in causa le logiche di potenza, i meccanismi di accumulazione del capitale, i modelli di civiltà e le “grandi sfide” (ecologica, tecnologica, di legittimità, socio-economica) che il mondo sta affrontando. Non esistono solo Gaza e Ucraina, continuano ad esistere guerre in terre lontane dai nostri occhi e dal nostro cuore, ad esempio nello Yemen o nella Repubblica democratica del Congo. Forse, il mondo non ha mai visto così tante armi e guerre come oggi. “Grandi sfide” di fronte alle quali le destre si stanno attrezzando con i più forti seduti dalla parte dei vincitori e i più deboli a pagare i costi. La Pace è neutrale, ma non neutra, (risparmia vite, beni, ambiente, ecc.), non può essere priva di personalità, buona per tutte le stagioni. Come, effettivamente, sta accedendo nel dibattito pubblico, dove la Pace è un abito adatto a ogni taglia, anche se non soprattutto invocata ad chi fa di tutto per allontanarla.

Ecco perché riteniamo che nelle le prossime elezioni europee (8 e 9 giugno) si debba votare e votare contro le armi, le distruzioni, contro l’aggravarsi del clima e la sofferenza dei popoli proprio a causa delle guerre. Occorre riprendersi il voto e tornare a votare scegliendo candidati contro la guerra, votando per chi, volendo la pace, prepara la pace. In questo momento, dobbiamo premere sulle elezioni per ottenere una scelta di Pace dell’Italia e dell’Europa nei confronti dei conflitti in corso russo-ucraino e israelo-palestinese. La grande maggioranza degli Stati europei investono nelle guerre nel dispregio degli impegni internazionali sulla coesistenza e la mediazione tra sistemi politici. Chiediamo a chi si propone come rappresentante del nostro futuro di impegnarsi sulla risoluzione pacifica dei conflitti, sulla comprensione delle ragioni che li creano e sulla capacità di privilegiare la soluzione pacifica delle intenzioni dei contendenti, invece di voler vincere rispetto a questioni di principio o far prevalere interessi economici sulle risorse naturali anziché il diritto internazionale. In questo modo non faremo che applicare il nostro patrimonio culturale, la Costituzione italiana nata dalla Resistenza, che è un lungo catalogo di diritti, quelli calpestati dalla dittatura fascista, vale a dire tutti, a partire dalle libertà.Della Resistenza parliamo a pag. 3 con la recensione del libro di Benedetta Tobagi: “La Resistenza delle donne” e a pag. 4 con una sintesi dell’intervista a Marisa Rodano fatta nel 2019 da parte della Rivista Noi Donne in occasione della Festa della Liberazione. Marisa Rodano, donna della Repubblica, ci ha lasciato il 2 dicembre 2023; nell’ottobre 2021gli era stata conferita la cittadinanza onoraria del Comune di Tuscania (VT), soprattutto grazie all’impegno dell’ANPI locale, Sezione “Prof. Armando Ottaviano”. 

Il fascismo è finito come fenomeno storico, ma si è riprodotto, si riproduce e si clona come fenomeno culturale. Si pensi al cosiddetto “revisionismo storico”, un pervicace tentativo di diffamare l’antifascismo e la Resistenza, neutralizzare e cancellare la memoria critica del fascismo e per questa via delegittimare la Costituzione repubblicana. Da trent’anni in Italia si sostiene la tesi secondo cui l’antifascismo è superato, troppo divisivo per costruire un principio unificante della nazione. L’arrivo al governo di forze di estrema destra, gli eredi del Movimento Sociale Italiano, segna un importante punto d’arrivo in questo senso, in un paese popolato da… non-antifascisti, a-fascisti, ex-fascisti, pre-fascisti, post-fascisti, sub-fascisti, premettochenonsono-fascisti, sinceri  neo-fascisti, ecc.” Nessuno dovrebbe dimenticare che il fascismo non è un’opzione politica alternativa alle altre, di cui si può discutere come si discute di comunismo, socialismo, cristianesimo-sociale, repubblicanesimo o liberalismo: non il fascismo è un’opzione politica vietata una volta per tutte dalla Costituzione repubblicana. Di più: è un reato, e come tale andrebbe sempre trattato. Concludiamo con l’ennesimo appello a sostenere l’Associazione e questo minuscolo bollettino che è “Quelli che Solidarietà”, entrambi vivono soltanto grazie a quanto riceviamo. Tutto il lavoro redazionale, di composizione ed impaginazione che permette la pubblicazione, compresa la confezione e fascicolazione, viene svolto in modo completamente volontario (e, quindi, gratuito), mentre i costi per la stampa e la spedizione postale sono possibili solo grazie alle quote associative e ai contributi che provengono da lettori e lettrici: non riceviamo sovvenzioni pubbliche ed ancor meno proventi da pubblicità o canali commerciali. Gentilmente vi chiediamo di farci avere un contributo, secondo le vostre possibilità.